venerdì 21 dicembre 2007

La realtà supera la fantasia...

C'è un momento nella vita di uno scrittore (che siano sceneggiature o romanzi poco importa), in cui nasce spontanea la domanda:
"Ma io cosa ho da dire in più/di diverso rispetto agli altri...".
Questo quesito prelude a un dubbio esistenziale, che concretamente si traduce in poche parole:
"Perché una persona, scorrendo fra mille titoli in una libreria, dovrebbe acquistare proprio il mio romanzo? Oppure, perché dovrebbe andare a vedere il film che ho scritto io?".
Ognuno deve fare i conti con la realtà: se la nostra meravigliosa idea non è resa collettiva, è, come direbbe John Warr, una scintilla nella cenere.
Tuttavia lo stesso discorso vale per le attrici e le "veline": hanno tutte dei corpi e dei sorrisi stupendi; anche mentre il nostro paese sta cadendo a rotoli, ci sanno convincere che dopotutto c'è sempre una così che ci aspetta (dove non si sa)...
Ma sono tante, troppe. Chi di loro riuscirà a fare il "salto?", chi esordirà come attrice (senza magari aver mai studiato nemmeno recitazione)?
Basta avere chi le raccomanda...sembra un luogo comune, fino a quando sul sito dell'Espresso non ho ascoltato con le mie orecchie un direttore balbettare letteralmente di fronte all'ex presidente del Consiglio, che con la sua autorità indubbia (chi può contestare il fatto che non sia potente?), e anche con disinteressato distacco (il che fa capire quanti tipi di richieste simili riceve quest'uomo) dettava nomi e cognomi delle fortunate.
In più c'è una fiction "padany correct", che è stata "spinta".
Allora di cosa vogliamo parlare ancora?
Noi autori pensiamo di più a cercarci un "santo in paradiso", invece di farci venire la psoriasi sulle pieghe psicologiche dei nostri personaggi!
Mi ha veramente impressionato ascoltare quello che ho sempre immaginato. La realtà supera sempre la fantasia.

martedì 11 dicembre 2007

Risultato gara 8 dicembre

Risultato gara dell'8 Dicembre presso il palasport di Desio (MI):
  • Domenico Romeo: 2° classif. SUBMISSION, cat. 76-80 kg.

Il bottino della nostra accademia si arricchisce ulteriormente. Ma non siamo mai sazi, anche se dobbiamo fare i complimenti al nostro atleta per la tenuta e la grinta che ha dimostrato nonostante abbia subito una leva cervicale (proibita nel regolamento della submission), e una ferita al naso. I nostri complimenti vanno anche al vincitore, un bravo atleta con una solida preparazione di lotta greco-romana alle spalle.

Continuiamo così ragazzi, possiamo solo migliorare!

martedì 4 dicembre 2007

Arrivederci Roma

Ieri sera ho comunicato ufficialmente ai miei allievi della palestra G.I.S. club il mio trasferimento al nord, e precisamente a Magenta, a partire da Gennaio 2008.
Una scelta sofferta e più che ponderata, che mi è costata sacrificio e non poche ore di sonno perdute a riflettere. La reazione dei miei allievi, sia i “vecchi” che i nuovi mi ha sinceramente commosso, per non parlare dello splendido rapporto con Giorgio, il proprietario di palestra con cui ogni istruttore vorrebbe collaborare.
Mi si stringe il cuore a dover partire, e lo dico senza retorica, ma penso che se siamo tutti così tristi è perché abbiamo condiviso un percorso di crescita sia come marzialisti, che come persone.
Con voi mi sono tolte non poche soddisfazioni: alcuni durante il percorso sono caduti o si sono ritirati: beh, è questo che mi affascina da sempre delle arti marziali. Perché uno deve tornare a casa con lividi, storte e botte varie? Chi si pone questa domanda mette in gioco due parti fondamentali della nostra vita, il cuore e la mente. E solo chi ragiona col cuore rimane nonostante ogni tanto vorrebbe prendere a pugni il compagno che non tira piano o che goffamente gli fa male.
Ecco è proprio il cuore che fa grande un marzialista dal mio punto di vista, e crescendo assieme a me, prima che miglioramenti tecnici mi avete dimostrato di essere gente che stringe i denti anche quando non ce la fa più, che sa superare il suo limite, gente di cuore.
Per questo vi ringrazio sinceramente. Vi assicuro che appena potrò scenderò giù a Roma e, palestra permettendo, lavoreremo ancora assieme.
Mi preme anche fare un ringraziamento agli allievi, ma soprattutto alle allieve (sono quasi tutte donne) della Dabliu di via Cortina D’ampezzo, che hanno cominciato il corso con una grinta e una tale dedizione che mi dispiace immensamente dover già subito interrompere (grazie a Rossella per lo splendido messaggio che mi ha commosso). Comunque brave/i davvero!
Per non dimenticare i miei agonisti, che hanno creduto in me e che ci hanno regalato lustro e soddisfazioni.
Ultimo, ma non per demerito, il mio collega e grande amico Cristian (scusami se non son potuto venire all’inaugurazione, ma ero senza macchina!!), a cui non ho ancora detto niente, e che quando leggerà questo post cascherà dal pero…
Insomma se proprio dovevo andare via da Roma, il bilancio non poteva essere migliore!
Arrivederci Roma!

lunedì 12 novembre 2007

Proviamo ad andare oltre

Confuso e sconvolto da quello che è accaduto ieri e che ha monopolizzato l'interesse di ogni programma televisivo fino a notte fonda, mi sono domandato durante la notte cosa sta succedendo in questo paese.
Questa mattina mi continua a battere in testa un' ipotesi azzardata se vogliamo, ma tutt'altro che visionaria: proviamo ad andare oltre al fenomeno sportivo, sempre che di sport ormai si possa parlare nel mondo del calclio.
Perché da Milano a Roma c'è stato questo movimento spontaneo e così violento, non evidentemente premeditato?
Forse la domanda da porre è: perché PROPRIO in queste cità?
Ecco la mia ipotesi è questa: sebbene si vivano gli stessi disagi in tutte le parti d'Italia, in alcune grandi città, tipo la capitale e Milano, sento che si vive qualcosa in più del disagio. Non c'è più margine per una vita dignitosa anche per gente che ha un lavoro dignitoso, e l'aumento eccessivo dei prezzi di tutti i generi, assieme alla diminuzione del valore dello stipendio, fa vivere tutti quanti sul filo del rasoio, con una tensione tale da esplodere in ogni momento.
Questo nervosismo si percepisce in ogni situazione, e solo chi non vuole vedere continua a non farlo.
Non siamo lontani da un nuovo assalto ai forni di manzoniana memoria a mio parere, e di questo bisognerebbe discutere, non di ritardare di dieci minuti le partite o non giocare nemmeno.
Come al solito si guarda al fenomeno e non al noumeno, per citare un autorevole filosofo.
Ogni tassello si questo pensiero poi s'inserisce correttamente se pensiamo a quale clima di intolleranza si sta vivendo nei confronti dei rumeni, extracomunitari e disagiati.
Penso che se ci fosse ancora la classe media, che evidentemente stanno diventando i nuovi poveri, farebbe da ammortizzatore con certi fenomeni di razzismo e intolleranza ormai conclamati.
Sin da piccolo la mia maestra m'insegnava che il razzismo ha delle radici nell'economia.
Continuiamo a discutere su tanti fenomeni di disagio, tenendoli separati, possibile che non ci accorgiamo che forse i vari sintomi facciano parte della stessa malattia?
Credo che in Italia siamo vicini a un nuovo momento storico di violenza, e non lo dico come un profeta, ma guardando alla storia del nostro amato paese.
Mi preoccupa e m'indigna la miopia politica e storica di chi ci governa.
Intanto nessuno riflette su come mai si accendono roghi in risposta a un errore, anche se tragico di un agente di polizia.
Non è il caso di scagliarsi contro le forze dell'ordine, che se ieri hanno commesso un errore, tutti i giorni sono in strada per tutelarci, ma bisogna capire che questi scontri non volevano colpire le forze dell'ordine, ma l'autorità in generale, uno stato che non fa star bene i suoi cittadini neanche se lavorano come bestie dalla mattina alla sera.
Se poi vogliamo semplificare dando la colpa a quattro balordi senza cervello facciamolo pure, ma le conseguenze saranno sempre peggiori dal mio punto di vista.

domenica 11 novembre 2007

Ottimismo, pessimismo e...ironia


Leggendo un bellissimo libro intervista a Mario Monicelli, La commedia umana, mi sono imbattuto in una riflessione profonda quanto la vita stessa dell'uomo. Monicelli, discutendo sul suo stile cinematografico afferma qualcosa di sconcertante, ma anche di illuminante per la sua semplicità: dice che davanti ai mali della vita si può assumere l'atteggiamento drammatico, quindi denunciare i mali che ci sono senza colorirli; oppure avere un atteggiamento positivo, per cui, o non si guarda a certi temi, o li si considera un passaggio intermedio in vista di tempi migliori; infine c'è l'atteggiamento ironico, tipico di chi, prende atto del male che ci circonda e lo affronta con il necessario distacco, con il sorriso sulle labbra, scrollando le spalle come a dire "Non cambia nulla, ma non possiamo che lottare per cambiare le cose!"
Il mio ricordo di Enzo Biagi rimarrà legato soprattutto al garbo e la pazienza nel combattere a ottant'anni contro editti, censure e bavagli.
Se avesse voluto avrebbe potuto tranquillamente abbandonare il giornalismo, ma lui è uscito da vincitore, con un programma ottimamente confezionato, e con il suo solito garbo.
Immagino che anche davanti agli ultimi momenti non abbia perso quel sorrisino che aveva quando intervistava il suo amico Roberto Benigni, perché lui sì che ha avuto un atteggiamento ironico della vita, e, così è riuscito a prenderla in giro.
Martedì 6 novembre si è spento un grande giornalista, un grande uomo.


sabato 10 novembre 2007

Mani in tasca!

Mi domando sempre più spesso come mai quando sono in debito con qualcuno faccio di tutto per saldarlo il prima possibile, e se non ci riesco non dormo bene la notte, mentre chi ha debiti con me riesce a riposare benissimo? Ma soprattutto pare non si accorga che passino i giorni, e a volte anche i mesi?
Chi avrà mai ragione tra me e loro? Una cosa è certa, che non mi si potrà mai rimproverare di ritirare la mia amicizia di conseguenza.
Chi deve trarre le dovute conseguenze da ciò che c'è scritto capisca, per tutti gli altri, se vi presto dei soldi, pagatemi puntualmente!!!

lunedì 22 ottobre 2007

Pillole di esperienza


  • Le persone si conoscono veramente da come agiscono, non da quello che dicono. Il linguaggio spesso diventa uno strumento bugiardo, soprattutto nelle bocche di persone abili a utilizzarlo, mentre il comportamento rimane lì, non può essere manipolato, se non a parole, pertanto si torna nuovamente nell'ambito verbale e si perde la connotazione di comportamento

Ci si fa belli, generosi, altruisti, appassionati, riverenti, a parole. Quando serve la bellezza però tiriamo giù la maschera e ci mostriamo per quello che siamo: dei mostri.


Quando uno ha bisogno d'aiuto la generosità svnanisce e viene fuori l'interesse personale.


L'appassionamento diviene menefreghismo, se scrostiamo la carta da parati, mentre la riverenza spesso nasconde invidia e gelosia.


Ecco se c'è una cosa che insegna l'esperienza, è di giudicare una persona non per quello che dice, ma per quello che fa.


Molti personaggi illustri che ho conosciuto non erano avvezzi alla parola, ma non si tiravano mai indietro davanti al lavoro, erano presenti nei momenti in cui ho avuto bisogno, capaci di dare senza aspettare che chiedessi, con una marcia in più quando tutto sembra andare storto.


Adesso, alla soglia dei trent'anni, non so più cosa farmene di persone che parlano e basta.

giovedì 11 ottobre 2007

Esserci o non esserci...questo è il dilemma!



Nella sceneggiatura o nel lavoro letterario in generale, è necessario avere un distacco dal materiale tale da permettere alla storia un andamento chiaro e preventivamente direzionato; tuttavia non così distaccato da comporre un discorso asettico.
E' per questo che, sebbene si usi dire che i tipi di intreccio possibili siano limitati, vi sono delle storie che toccano alte vette di perfezione, in qualsiasi tempo e in diversi stili. E' il dosaggio della presenza dell'anima di chi scrive la chiave del successo, quando chi scrive abbia un'anima profonda ovviamente, o dell'insuccesso dell'opera.
Si può scrivere di tutto o su tutto, ma se facciamo fuoriuscire troppo di noi, diventiamo dei predicatori, o rendiamo il lettore come il nostro psicanalista. Al contrario se non tiriamo fuori nulla dal labirinto della nostra anima, delle nostre esperienze, dalle nostre domande irrisolte, scrivendo solo "tecnicamente" giusto, la storia non avrà il sapore delle spezie, e si avrà la percezione di assistere a qualcosa di già visto, udito o letto, la solita minestra scondita.
La tecnica di sicuro è importante, ma non ha in sè tutte le risposte che i nostri personaggi devono sviluppare durante la loro evoluzione. Gli scrittori tecnici sono come dei violinisti che durante i concerti fanno ascoltare al pubblico come si esercitano eseguendo le scale!
Gli scrittori eccentrici invece non ci vogliono lasciare spazio per l'immedesimazione, dato che ogni personaggio non è nient'altro che lo scrittore stesso!

mercoledì 10 ottobre 2007

Italia sì Italia no...la terra dei cachi

In questi giorni, seguendo le vicende politiche, mi sono accorto che si comincia a sottolineare il distacco degli italiani nei confronti della politica e la disillusione nei confronti di chi li governa e li amministra.
Parlare di un problema così complesso è difficile, e penso che ognuno di noi si sia fatto un'idea di quale possa essere il problema principale del nostro paese.
Beppe Grillo sicuramente sta facendo gran bene a infiammare gli animi della gente che ormai si è rassegnata (bruttissimo termine) a subire, fino a quando non ce la farà più, e poi....
Beh io voglio essere un po' impopolare: secondo me abbiamo i politici che ci meritiamo, perché siamo un popolo, seppur di grande cuore, non ancora in grado di ragionare per il bene del nostro paese, ma per le nostre tasche e basta.
L'inciviltà parte da chi getta ANCORA OGGI gli oggetti dal finestrino delle automobili, i rifiuti per terra, chi non è in grado di fare la raccolta differenziata, fino a chi deruba migliaia di investitori e delapida anni e anni di risparmi della povera gente. E' vero che le due cose non sono della stessa gravità, ma è altrettanto grave il concetto che sta alla base di tutto ciò: non riusciamo a pensare alla res publica, a il bene del nostro prossimo, e purtroppo i politici rispecchiano l'elettore.
Dobbiamo prendere atto che siamo un popolo di Prodi, di Berlusconi, di Mastella e di chi più ne ha più ne metta.
Fin quando non nascerà un'indignazione attiva e fattiva da parte della gente, che però dovrà dimostrare CON I FATTI di aver cambiato mentalità, facciamo prima a tenerci i politici che abbiamo, tanto il nuovo profuma già di vecchio.

mercoledì 26 settembre 2007

22 settembre Andrea si sposa!

Una data da non dimenticare il 22 settembre 2007: il mio amico Andrea Airoldi si è sposato!
Un cerimonia che non ha risparmiato lacrime, che solo chi conosce la storia di questo straordinario personaggio può capire.
Le difficoltà della vita non gli hanno impedito di conservare la determinazione necessaria per poter raggiungere degli obiettivi importanti nella sua vita.
Mi è parso di vedere il matrimonio tra Renzo e Lucia: due persone così pulite ed emozionate, quasi anacronistiche.
Andrea era così commosso che non è riuscito a leggere i ringraziamenti che avevano preparato, ed è dovuta intervenire in aiuto Alessandra, finendo di leggere lei, dato che Andrea continuava a singhiozzare.
Una giornata indimenticabile, anche se alla fine si sono verificati dei piccoli inconvenienti...ma tutto fa parte della vita.
Auguroni Andrea e Alessandra!!

lunedì 17 settembre 2007


Giusto per confermare quello che dicevo prima. Il nonno del mio grande amico Sergio, il portoghese.
Quanti bei ricordi..che mangiate a casa di suo nonno, nel centro geografico del Portogallo.
Il bagno nello stagno, i tuffi da un trampolino di roccia naturale.
E poi il berretto di quest'uomo illuminato, che sorride sempre.
Lo conservo ancora in casa gelosamente.
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Una vita felice è fatta di piccoli momenti irripetibili. Come il sorriso di questa donna immortalata da Marta nel bar in cui Pessoa era solito frequentare.
Ciò che mi piace di più di questa fotografia è la spontaneità di questa persona, che con quel gesto riesce a significare qualsiasi cosa.
Ogni tanto riguardando le foto del Portogallo (agosto 2006), vedo continuamente quei sorrisi.
Mi chiedo se i portoghesi siano gente veramente cordiale e sorridente, oppure se era quello che volevamo fotografare io e Marta. Oppure se la spensieratezza di stare in un posto fantastico in mezzo a gente fantastica abbia creato un aura positiva.
In ogni caso è bello rifarsi gli occhi con un bel sorriso di questo tipo!
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sabato 15 settembre 2007

I miei amichetti

Per iniziare ecco i miei amici. Con loro ho condiviso l'età più complicata della vita, se ce ne fosse solo una...E' bello ritrovarsi di tanto in tanto a fare delle serate "come una volta".
Da sinistra Dario Buonvino, un nome un programma, poi Stefano Ubezio, Andrea Airoldi, e più a destra col cappello da vecchio, io Andrea Micali.
Ognuno di noi trentenne (trentuno io, Stefano e Andrea, trentadue Dario), ci conosciamo dal liceo praticamente.
In questa foto sembriamo dei signori distinti, se non ci fosse di mezzo quella bottiglia di rum!
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