venerdì 26 dicembre 2008

pensierino di natale

Cosa siamo se non la somma di tutte le persone che ci amano e una piccola scintilla.

giovedì 16 ottobre 2008

tra le pagine di un film

Molto spesso, sempre più spesso al cinema si vedono adattamenti da romanzi, a volte romanzi che sono passati anonimi nella storia della letteratura, che rifioriscono a seguito di un gran film.
Un esempio tra i tanti, Mio fratello è figlio unico, tratto dal romanzo Fasciocomunista di Pennacchi. Attratto dal titolo della canzone di Rino Gaetano, e dal fatto che a questo film vi abbiano partecipato quelli che ritengo i migliori sceneggiatori attualmente in attività, sono andato al cinema a vedere il film, e l'ho trovato un vero capolavoro, ovvero un'opera in cui non c'è una vita, quella del protagonista, ma c'è la vita.
E' nata improvvisamente la voglia di leggere il libro, che per la verità non conoscevo, come non conoscevo il suo autore, e mi si aperta una finestra ulteriore, ho visto le pagine mancanti del film, le sfumature di colore che per motivi di vario tipo non potevano essere inseriti nella pellicola.
Parlare di differenze tra cinema e letteratura ormai è inutile, le differenze anche inconsciamente le conoscono tutti, ma mi ha fatto riflettere come il libro colmi gli stacchi netti cinematografici, e come è un lavoro importante quello di ricostruire il lavoro di taglio e cucito che hanno fatto gli autori dell'adattamento cinematografico, attraverso la lettura del testo da cui sono partiti.
Un altro adattamento fantastico è quello di Big Fish di Tim Burton, tratto da un libro di novelle di un pubblicitario americano, anche in questo caso si nota lo stesso sapore in piatti diversi.

domenica 12 ottobre 2008

Il passato non è passato

Chi studia la storia spesso trova delle analogie tra il mondo odierno e quello del passato. Certo bisogna avere i mezzi e le conoscenze per riconoscerle, forse anche una piccola dose di onestà intellettuale.
Se però prendiamo in considerazione la nostra vita, ciò che ci ha fatto soffrire, gioire, piangere e ridere è più facile capire come il passato a volte ritorni e non possiamo ricacciarlo nel dimenticatoio, anche se ci ostiniamo a farlo.
Ci sono fatti e persone che sono indelebilmente scritti nella nostra anima, che nessuno potrà cancellare per quanto la vita ci possa cambiare. Ci sono luoghi che rimangono dentro e che ci appaiono quando meno ce lo aspettiamo. Ci sono frasi ascoltate magari distrattamente anni prima che ci suonano alle orecchie come degli insegnamenti, dei moniti, come le soluzioni dei nostri problemi che non siamo riusciti a risolvere fino a quel momento.
La memoria per uno strano motivo, nella società attuale è pericolosa; si tende a lasciare nell'oblio tutti i fatti storici che hanno oscurato il nostro paese: la resistenza, la lotta dei magistrati contro la mafia, il caso ustica, il caso Moro, la strage di Bologna...
Se ci vien tolta la memoria collettiva condivisa, quello che ci resta è la memoria individuale, con le nostre esperienze, con il nostro senso critico maturato grazie alle persone che ci hanno accompagnato lungo il viaggio della vita, e questa libertà, se noi vogliamo, non ce la può togliere nessuno.

martedì 30 settembre 2008

Tutto scorre...

Chi l'avrebbe mai detto...da sceneggiatore a Roma a operaio a Malpensa.
Chi l'avrebbe mai detto...Stefano e Aglaia si sono sposati.
Chi l'avrebbe mai detto...l'Alitalia è fallita.
Chi l'avrebbe mai detto...l'Alitalia è risorta.
Chi l'avrebbe mai detto...il processo all'improcessabile si potrebbe fare.
Chi l'avrebbe mai detto...troverà qualche altra via per affossarlo.
Chi l'avrebbe mai detto...anche il Presidente della Repubblica...
Se davvero tutto scorre magari un giorno potremmo dire
chi l'avrebbe mai detto...un nero in America ha portato la pace nel mondo
chi l'avrebbe mai detto...in Italia vige di nuovo la democrazia
chi l'avrebbe mai detto...per la sinistra la meritocrazia non è più una parolaccia
chi l'avrebbe mai detto...esiste la sinistra!

martedì 1 luglio 2008

Quanto mi manchi Enzo Biagi

Non è passato nemmeno un anno dalla scomparsa di Enzo Biagi, ma sento ancora la necessità di una figura con il suo spessore e con la sua forza interiore, capace fino alla fine dei suoi giorni di non abbassare il capo davanti ai potenti che lo volevano fare inginocchiare.
Cosa è stato il medioevo se non la gestione univoca della cultura, della informazione, del potere politico, e perché no quello legislativo?
L'oscurantismo che si sta verificando da qualche anno in Italia vedeva partigiani come Enzo impegnati con modi signorili, ma senza sconti per nessuno, nel loro compito incessante di INFORMARE.
La deriva che ha preso lo strumento televisivo è pericolosa. Mi viene il magone a guardare alcuni telegiornali, mi viene il magone a chiamare giornalisti certi delinquenti prezzolati.
Internet da la possibilità di raccogliere tutta l'indignazione che c'è in Italia, e per fortuna c'è.
Ed è forse questo l'unico spiraglio di libertà che ancora ci è rimasto.
Torna Enzo, ti prego.

mercoledì 25 giugno 2008

Processi bloccati

Allora riassumiamo...processi bloccati per un anno per i reati inferiori a 10 anni di carcere.
Sembra assurdo ma siamo in Italia. Forse non sembra assurdo, anzi non lo è per niente. Forse ci meritiamo di essere presi per il naso.
Nel frattempo, come passatempo, l'inflazione programmata all'1.7%, il decreto salva Rete 4.
Bene, andiamo proprio bene. Chi si doveva fare gli affari suoi sta dimostrando di essere abilissimo a farlo. Per i lavoratori che per davvero tengono in piedi questo carrozzone, l'immagine migliore è quella di Alberto Sordi: "Lavoratoriiiii.......pppzzzzzz (pernacchione)".
E il cittadino è contento perché mandano l'esercito in mezzo alle strade, perché lo stesso esercito sorveglia i luoghi preposti alle discariche in campania, perché abbiamo un ministero per la gioventù (meno male che abbiano avuto il buon gusto di non chiamarlo giovinezza).
Dopotutto il vero nemico è il rumeno, il rom, lo straniero, che viene nella nostra nazione per rubarci il lavoro, le donne e anche in casa quando andiamo in vacanza.
Il politico, italiano, non è nostro nemico, non vive di privilegi, sulle spalle assieme ai suoi cortigiani dell'elettore.
Per tutti quelli che vogliono mantenere viva questa illusione consiglio di non leggere LA CASTA, di Stella e Rizzo. Potrebbero strapparsi i capelli.
Continuiamo a essere considerati consumatori, elettori (paganti), fessacchiotti da prendere per i fondelli, una massa di c......i.
Da nord a sud un grido si spande: se la Spagna ci ha superato ANCHE nel calcio in fondo in fondo ce lo meritiamo!!!!
Continuiamo così, scegliamo sempre il meglio e il meglio arriverà.

martedì 27 maggio 2008

Exit di ieri sera

Ieri sera di fronte allo scempio della puntata di EXIT su la7 una volta di più mi sono vergognato di essere italiano. Una vergogna che ha molte sfaccettature:
1) la trasmissione generalmente è ben fatta, ma ieri sera invitando ospiti come la Mussolini, Sgarbi, Fiore, Pannella, Borghezio, mi viene il sospetto che si cercasse la rissa a tutti i costi, magari per aumentare un po' gli ascolti...
2) il trattamento della Mussolini nei confronti del giornalista spagnolo de El Pais, non è una risposta alle presunte critiche mosse dal governo spagnolo nei confronti della deriva xenofoba che il decreto legislativo sul reato di clandestinità conterrebbe, E' UNA CONFERMA che stiamo prendendo una deriva xenofoba. L'onorevole Mussolini invece di argomentare analiticamente in favore del decreto si è messa a respingere al mittente insulti da pescivendola "Ve li mandiamo tutti a voi!...siamo i migliori!...Ueh! Trallallerotrallalla'". Ci mancava solo la mossa e avrebbe completato il teatrino
3) Ilaria D'amico che di solito ammiro per la sua bravura professionale ieri sembrava più colpita dalla finta riappacificazione tra la Mussolini e Sgarbi che dalla valanga di insulti che son piovuti in maniera demagogica e populista contro un giornalista che per di più si è prestato civilmente al dialogo, MA NON GLI E' STATO POSSIBILE DIALOGARE.
4) Pannella ha fatto il suo solito show perché non gli viene dato spazio: perché non ha capito che di spazio dovrebbe cercarne tra le sedie del Parlamento e non tra le poltrone delle trasmissioni?
Ciò che più mi fa rabbia è che l'argomento della trasmissione era quanto mai delicato e importante e non si prestava alle pulcinellate degli illustri invitati.
Io mi vergogno del trattamento che è stato riservato al giornalista de El Pais e non mi sento rappresentato nemmeno da queste trasmissioni FASULLE.
C'è modo e modo di trattare un problema, ieri sera è stato scelto il peggiore.
Qualcuno tra gli autori di EXIT si dovrebbe vergognare.

venerdì 23 maggio 2008

La fine del thriller psicologico si avvicina

Con grande fatica e in balia del caos che circonda la mia vita, sta per terminare la seconda stesura del thriller psicologico che mi ha tenuto impegnato in questi mesi.
Una sceneggiatura questa in cui mi sono imposto di rispettare secondo le mie capacità i tempi narrativi suggeriti da Syd Field nel suo paradigma.
Alla fine della prima stesura, stremato mentalmente, pensavo che il rispetto del paradigma ha delle analogie con la tonalità in musica, ovvero è difficile seguirne tutte le regole, ma è altrettanto difficile farne a meno.
Ma allora dove sta l'abilità dello sceneggiatore o del musicista? Nella dose, nell'uso sapiente delle immagini e dei tempi, nel sapere intrattenere e non parlarsi addosso, nel non compiacersi e non fare soliloqui, insomma sapere quello che si sta scrivendo.
Quando, parlando con il mio grande maestro Ennio De Concini si affrontò l'argomento ero troppo immaturo per capire le sue chiare e semplici parole: "Ogni elemento della storia deve essere perfettamente chiaro e deve essere utilizzato consapevolmente".
Giovane, pieno di quella sicurezza e boria di chi pensa di avere delle idee che nessun altro ha mai avuto, mi son dovuto scontrare con la realtà, aveva ragione lui.
Questo thriller, assieme al cartone animato che ho finito nel dicembre 2007, è un banco di prova sulla scia di una nuova consapevolezza tecnica.
Poi magari, come spesso capita, non si riesce a trovare l'acquirente, ma chi scrive non può far altro che scrivere, scrivere e ancora scrivere...

martedì 6 maggio 2008

Grazie ad Anna Foa

Pubblico integralmente un commento della storica Anna Foa sull'impropria analogia fatta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini tra l'episodio vergognoso avvenuto in questi giorni a Verona e quello altrettanto idiota avvenuto a Torino.
Non si può certo dire che Anna Foa sia insensibile alla questione ebraica, oltretutto ha scritto degli stupendi libri sulla storia degli ebrei in Europa.
Una volta tanto mi rinfranca apprendere che ci sono persone che non si rintanano dietro barriere ideologiche e sono in grado di vedere il re nudo.
Francamente dal mio punto di vista, il Presidente della Camera di TUTTI, ha dimostrato di non parlare con quell'equilibrio istituzionale che è richiesto dalla sua carica. VERGOGNA.


Com’è strano il commento, che tante polemiche sta suscitando, del presidente della Camera che, confrontando il rogo delle bandiere israeliane e il massacro del giovane di Verona ad opera dei naziskin, ha sostenuto che il primo episodio è più grave del secondo. Strano innanzitutto mettere a confronto i due fatti tanto diversi, ma strano ancor più sostenere che i simboli sono più importanti degli esseri umani in carne ed ossa. Eppure, è qualcosa che ha una lunga storia: nel passato spesso i simboli hanno prevalso sulla realtà umana, a volte addirittura cancellandola. Noi ebrei lo sappiamo, che siamo tanto spesso stati visti solo come simboli. Ed ogni volta che nella storia ha prevalso l’elemento simbolico, per noi sono stati disastri e sventure. No, diciamolo, gli esseri umani sono ben più importanti dei simboli. Non c’è confronto.
Anna Foa,storica

giovedì 1 maggio 2008

schemi schemi e ancora schemi

C'è un elemento di disturbo oggi che non si può più ignorare. Il suo nome è Beppe Grillo: un comico? un satiro? Un santone? Un visionario? Niente di tutto questo credo. Molto più semplice.
Beppe Grillo è una persona che ha una visione del mondo proiettata verso al futuro, che ha un'idea di mondo, naturalmente curioso e propositivo.
Sta facendo tremare il canale tradizionale della gestione del "gregge": l'informazione e la politica. Che piaccia o meno il suo merito è quello di svelare i trucchetti di questi prestigiatori che ci vogliono illudere di ogni cosa...ogni cosa...e noi italiani abbassiamo la testa e subiamo, subiamo.
Ciò che mette in realtà in crisi lo status quo è la rottura, o meglio il tentativo di rottura di quegli schemi che garantiscono ai poteri forti di continuare a mantenere e distribuire il potere nella maniera più becera.
I media che sostengono i politici che a loro volta concedono sostegno alla stampa e all'editoria. Le grandi banche che mettono i capitali per finanziare i politici che per ricambiare il favore mettono in ginocchio quei lavoratori che con fatica pagano la rata del mutuo.
Ho parlato recentemente con un ex sessantottino, ormai inborghesito, che mi ha detto che detesta Grillo per il suo modo urlato di fare la rivoluzione.
MA STIAMO SCHERZANDO? i sessantottini parlano di rivoluzione urlata? Loro che a volte urlavano senza sapere cosa dicevano ma solo per rivendicare il fatto di poter urlare?
La verità è che quando si spegne il fuoco della rivoluzione in certi ex-combattenti, rimangono schemi schemi e ancora schemi.
Destra e sinistra sono maschere di ideologie morte. Oggi ci dobbiamo confrontare con una realtà europea, gli affarini di casa nostra non interessano a nessuno dei nostri cugini europei, che al contrario di noi italiani stanno approfittando dell'opportunità di un continente forte per crescere.
Noi siamo ingabbiati da una politica da stadio, in cui si stappano le bottiglie quando un governo cade, si mangia la mortadella per sfottò.
Se queste persone ci rappresentano allora signori, guardiamo in faccia alla realtà, dove vogliamo andare?
Per rispondere a quel sessantottino dogmatico: le rivoluzioni saranno sempre urlate, è lo status quo che parla piano, quasi per non farsi sentire.
Un'altra cosa che allontata Grillo dalla politica è che non parla per accaparrare voti, sostiene opinioni impopolari, come quello del dilagare dei posti pubblici inutili, tutti gli sprechi e gli sperperi di uno stato colabrodo, il problema della sicurezza dei cittadini.
Io in questi anni sono stato aggredito sue volte, una per strada e un'altra in ascensore.
Una volta era un senegalese, un'altra era un italiano. NON CI INTERESSA di che nazionalità siano gli aggressori, ci interessa non essere aggrediti!
Comunque Grillo, come tutti quelli che hanno un pensiero che non si aggrega sono considerati pericolosi, e quindi si cerca di schematizzare il tutto con la parola ignobile "Antipolitica".
Cosa vuol dire antipolitica? Nessuno lo sa spiegare ma tutti usano questo termine.
Pensatori, resistete! Un giorno diventerete anche voi come quel sessantottino con la pancia piena (anche se Grillo devo dire che ha una bella panzetta), ma non oggi vi prego!

26 aprile da non dimenticare

Come è vero che non ci si può immergere per due volte nello stesso fiume, così la vita scorre inesorabile erodendo molte delle nostre convinzioni e certezze.
Il mio grande amico Sergio però rimane una roccia troppo dura da erodere. Il 26 di aprile ha sposato Andrea, la sua compagna brasiliana e ora sono andati a vivere in Scozia.
Mi piacerebbe scrivere di più di questo incredibile personaggio, ma non basterebbe un libro per lui...è una persona unica e molto spesso penso che possa essere d'esempio a molti di quelli che si lamentano per la loro vita o perché non riescono a trovare una dimensione.
Beh, lui semplicemente ha il dono di cambiare vita! Si trasferisce da una parte all'altra del mondo e ricomincia daccapo, ogni volta. Spagna, Italia, Scozia, Brasile, Portogallo, per lui sono la stessa cosa, un passaggio verso la prossima meta.
Quando penso che io ho riflettuto molto sul trasferimento da Roma...

mercoledì 9 aprile 2008

Domenica scorsa è arrivato Fedro!!

Direttamente da Palermo è arrivato il nuovo membro della famiglia...Fedro un cucciolo di Boston Terrier, stupendo!
Unici due difetti di questo animaletto affezionatissimo è che russa quando dorme e...beh...sgancia un po' troppe puzzette.
Ha già fatto amicizia con il gatto Ronaldinho, che invece di dargli la zampa gli ha dato una zampata, graffiandogli il musetto e rafforzando la mia convinzione che i gatti sono degli animali stronzi!
Che dire, ora mi sveglio alle sei e mezza, porto il cane a fare i suoi bisognini e poi lo porto fuori altre quattro o cinque volte, compresa l'ultima a mezzanotte cira.
Questo esserino è diventato la mia ombra e non sono più libero nemmeno di fare le parole crociate in ritirata (laddove per altro nascono i pensieri migliori), però sono proprio contento di Fedro perché è stupendo.

martedì 19 febbraio 2008

Un giorno di ordinaria follia!

Non so se vi è mai capitato di uscire per comprare una cosa...e perdere un'intera giornata senza essere riusciti a comprarla!
Beh questo è capitato a me e alla mia ragazza ieri. Siamo andati a comprare un box doccia, ma pare che sia impossibile oggi come oggi averne uno!
Ci siamo raccomandati che fosse delle misure giuste, e l'impiegato guardandoci come a voler dire "Vuoi che non sappia fare il mio lavoro?" è andato in magazzino mandandoci a comprare il silicone nel frattempo.
Per farla breve: quel rincoglionito (perché uno così non può che essere chiamato rincoglionito) ci ha dato il box doccia della misura sbagliata...
Mentre lo montavamo ci siamo accorti, e giù a ripassare tutti i santi.
Abbiamo chiamato al telefono quel grande magazzino (di cui non faccio il nome per non beccarmi pure una denuncia!), e dopo aver perso quasi un'ora ad ascoltare la musichetta al telefono (nel frattempo dopo i santi sono state chiamate in causa tutte le divinità nordiche!!!!) l'impiegato modello ci ha autorizzato a sostituire il box doccia in un altro magazzino più vicino a casa nostra.... ma non è finita qua...
Arriviamo a Milano....
1. Aspettiamo un'altra mezz'ora prima che ritirassero il box sbagliato
2. Non c'era in casa un altro box doccia come quello che avevamo acquistato (Mortacci sua!)
3. Il prezzo dello stesso modello che abbiamo ordinato e che arriverà il 2 APRILE !!!!! era diverso, tant'è che abbiamo dovuto "integrare" quello che avevamo già pagato....
Se a questo aggiungiamo che è più di un mese (di ritardo) che aspettiamo che ci consegnino un dannato divano.....
Quando la mia ragazza mi chiederà, da oggi in poi, di andare a comprare qualcosa per la casa, mi sa che avrò la stessa reazione di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia!

giovedì 14 febbraio 2008

Consiglio di lettura

Molto spesso chi vuole trovare delle risposte leggitime a domande altrettanto leggittime si trova di fronte a un vero e proprio muro di gomma. Vedi ad esempio l'argomento guerra, o come si usa ultimamente dire Peacekeeping (mantenimento della pace). Ci sono degli uffici preposti, soprattutto per quanto riguarda le informazioni da dare alla stampa e ai media, che fanno capo direttamente al Ministero della Difesa. Non solo da noi in Italia è così, anche negli Stati Uniti non è possibile lasciare fuori uscire notizie che non siano state vagliate da autorità di controllo, per il pericolo di fornire informazioni ai nemici.
C'è un libro però che ha suscitato scandalo in America, Ammazzando il tempo in Iraq, di Colby Buzzel, soldato scelto arruolatosi volontariamente nell'esercito.
Il libro è tratto in parte da confessioni scritte su un blog aggiornato direttamente in Iraq (poi messo sotto controllo dalle autorità, dato l'elevato numero di click che riceveva), in parte da un diario compilato da questo brillante personaggio, così cinematografico da essere già stato "divorato" dalla fabbrica dei sogni di Hollywood.
In questo testo si vive il clima di attesta, d'impazienza, la vita quotidiana di ragazzi che acquistano una caratterizzazione che ce li rende comunque simpatici, anche se non si condivide il motivo per cui si trovino armati in terra straniera per "esportare" la democrazia.
Un altro testo che consiglio di leggere per capire come si svogle il ruolo dell'esercito di pace dell'ONU, s'intitola proprio ONU di Linda Pollman, una freelance olandese.
C'è un modo ufficiale e uno ufficioso per raccontare gli avvenimenti: in quello ufficiale conosciamo dati e numeri, in quello ufficioso forse conosciamo di più gli uomini e le vicende.