lunedì 12 novembre 2007

Proviamo ad andare oltre

Confuso e sconvolto da quello che è accaduto ieri e che ha monopolizzato l'interesse di ogni programma televisivo fino a notte fonda, mi sono domandato durante la notte cosa sta succedendo in questo paese.
Questa mattina mi continua a battere in testa un' ipotesi azzardata se vogliamo, ma tutt'altro che visionaria: proviamo ad andare oltre al fenomeno sportivo, sempre che di sport ormai si possa parlare nel mondo del calclio.
Perché da Milano a Roma c'è stato questo movimento spontaneo e così violento, non evidentemente premeditato?
Forse la domanda da porre è: perché PROPRIO in queste cità?
Ecco la mia ipotesi è questa: sebbene si vivano gli stessi disagi in tutte le parti d'Italia, in alcune grandi città, tipo la capitale e Milano, sento che si vive qualcosa in più del disagio. Non c'è più margine per una vita dignitosa anche per gente che ha un lavoro dignitoso, e l'aumento eccessivo dei prezzi di tutti i generi, assieme alla diminuzione del valore dello stipendio, fa vivere tutti quanti sul filo del rasoio, con una tensione tale da esplodere in ogni momento.
Questo nervosismo si percepisce in ogni situazione, e solo chi non vuole vedere continua a non farlo.
Non siamo lontani da un nuovo assalto ai forni di manzoniana memoria a mio parere, e di questo bisognerebbe discutere, non di ritardare di dieci minuti le partite o non giocare nemmeno.
Come al solito si guarda al fenomeno e non al noumeno, per citare un autorevole filosofo.
Ogni tassello si questo pensiero poi s'inserisce correttamente se pensiamo a quale clima di intolleranza si sta vivendo nei confronti dei rumeni, extracomunitari e disagiati.
Penso che se ci fosse ancora la classe media, che evidentemente stanno diventando i nuovi poveri, farebbe da ammortizzatore con certi fenomeni di razzismo e intolleranza ormai conclamati.
Sin da piccolo la mia maestra m'insegnava che il razzismo ha delle radici nell'economia.
Continuiamo a discutere su tanti fenomeni di disagio, tenendoli separati, possibile che non ci accorgiamo che forse i vari sintomi facciano parte della stessa malattia?
Credo che in Italia siamo vicini a un nuovo momento storico di violenza, e non lo dico come un profeta, ma guardando alla storia del nostro amato paese.
Mi preoccupa e m'indigna la miopia politica e storica di chi ci governa.
Intanto nessuno riflette su come mai si accendono roghi in risposta a un errore, anche se tragico di un agente di polizia.
Non è il caso di scagliarsi contro le forze dell'ordine, che se ieri hanno commesso un errore, tutti i giorni sono in strada per tutelarci, ma bisogna capire che questi scontri non volevano colpire le forze dell'ordine, ma l'autorità in generale, uno stato che non fa star bene i suoi cittadini neanche se lavorano come bestie dalla mattina alla sera.
Se poi vogliamo semplificare dando la colpa a quattro balordi senza cervello facciamolo pure, ma le conseguenze saranno sempre peggiori dal mio punto di vista.

domenica 11 novembre 2007

Ottimismo, pessimismo e...ironia


Leggendo un bellissimo libro intervista a Mario Monicelli, La commedia umana, mi sono imbattuto in una riflessione profonda quanto la vita stessa dell'uomo. Monicelli, discutendo sul suo stile cinematografico afferma qualcosa di sconcertante, ma anche di illuminante per la sua semplicità: dice che davanti ai mali della vita si può assumere l'atteggiamento drammatico, quindi denunciare i mali che ci sono senza colorirli; oppure avere un atteggiamento positivo, per cui, o non si guarda a certi temi, o li si considera un passaggio intermedio in vista di tempi migliori; infine c'è l'atteggiamento ironico, tipico di chi, prende atto del male che ci circonda e lo affronta con il necessario distacco, con il sorriso sulle labbra, scrollando le spalle come a dire "Non cambia nulla, ma non possiamo che lottare per cambiare le cose!"
Il mio ricordo di Enzo Biagi rimarrà legato soprattutto al garbo e la pazienza nel combattere a ottant'anni contro editti, censure e bavagli.
Se avesse voluto avrebbe potuto tranquillamente abbandonare il giornalismo, ma lui è uscito da vincitore, con un programma ottimamente confezionato, e con il suo solito garbo.
Immagino che anche davanti agli ultimi momenti non abbia perso quel sorrisino che aveva quando intervistava il suo amico Roberto Benigni, perché lui sì che ha avuto un atteggiamento ironico della vita, e, così è riuscito a prenderla in giro.
Martedì 6 novembre si è spento un grande giornalista, un grande uomo.


sabato 10 novembre 2007

Mani in tasca!

Mi domando sempre più spesso come mai quando sono in debito con qualcuno faccio di tutto per saldarlo il prima possibile, e se non ci riesco non dormo bene la notte, mentre chi ha debiti con me riesce a riposare benissimo? Ma soprattutto pare non si accorga che passino i giorni, e a volte anche i mesi?
Chi avrà mai ragione tra me e loro? Una cosa è certa, che non mi si potrà mai rimproverare di ritirare la mia amicizia di conseguenza.
Chi deve trarre le dovute conseguenze da ciò che c'è scritto capisca, per tutti gli altri, se vi presto dei soldi, pagatemi puntualmente!!!