martedì 27 maggio 2008

Exit di ieri sera

Ieri sera di fronte allo scempio della puntata di EXIT su la7 una volta di più mi sono vergognato di essere italiano. Una vergogna che ha molte sfaccettature:
1) la trasmissione generalmente è ben fatta, ma ieri sera invitando ospiti come la Mussolini, Sgarbi, Fiore, Pannella, Borghezio, mi viene il sospetto che si cercasse la rissa a tutti i costi, magari per aumentare un po' gli ascolti...
2) il trattamento della Mussolini nei confronti del giornalista spagnolo de El Pais, non è una risposta alle presunte critiche mosse dal governo spagnolo nei confronti della deriva xenofoba che il decreto legislativo sul reato di clandestinità conterrebbe, E' UNA CONFERMA che stiamo prendendo una deriva xenofoba. L'onorevole Mussolini invece di argomentare analiticamente in favore del decreto si è messa a respingere al mittente insulti da pescivendola "Ve li mandiamo tutti a voi!...siamo i migliori!...Ueh! Trallallerotrallalla'". Ci mancava solo la mossa e avrebbe completato il teatrino
3) Ilaria D'amico che di solito ammiro per la sua bravura professionale ieri sembrava più colpita dalla finta riappacificazione tra la Mussolini e Sgarbi che dalla valanga di insulti che son piovuti in maniera demagogica e populista contro un giornalista che per di più si è prestato civilmente al dialogo, MA NON GLI E' STATO POSSIBILE DIALOGARE.
4) Pannella ha fatto il suo solito show perché non gli viene dato spazio: perché non ha capito che di spazio dovrebbe cercarne tra le sedie del Parlamento e non tra le poltrone delle trasmissioni?
Ciò che più mi fa rabbia è che l'argomento della trasmissione era quanto mai delicato e importante e non si prestava alle pulcinellate degli illustri invitati.
Io mi vergogno del trattamento che è stato riservato al giornalista de El Pais e non mi sento rappresentato nemmeno da queste trasmissioni FASULLE.
C'è modo e modo di trattare un problema, ieri sera è stato scelto il peggiore.
Qualcuno tra gli autori di EXIT si dovrebbe vergognare.

venerdì 23 maggio 2008

La fine del thriller psicologico si avvicina

Con grande fatica e in balia del caos che circonda la mia vita, sta per terminare la seconda stesura del thriller psicologico che mi ha tenuto impegnato in questi mesi.
Una sceneggiatura questa in cui mi sono imposto di rispettare secondo le mie capacità i tempi narrativi suggeriti da Syd Field nel suo paradigma.
Alla fine della prima stesura, stremato mentalmente, pensavo che il rispetto del paradigma ha delle analogie con la tonalità in musica, ovvero è difficile seguirne tutte le regole, ma è altrettanto difficile farne a meno.
Ma allora dove sta l'abilità dello sceneggiatore o del musicista? Nella dose, nell'uso sapiente delle immagini e dei tempi, nel sapere intrattenere e non parlarsi addosso, nel non compiacersi e non fare soliloqui, insomma sapere quello che si sta scrivendo.
Quando, parlando con il mio grande maestro Ennio De Concini si affrontò l'argomento ero troppo immaturo per capire le sue chiare e semplici parole: "Ogni elemento della storia deve essere perfettamente chiaro e deve essere utilizzato consapevolmente".
Giovane, pieno di quella sicurezza e boria di chi pensa di avere delle idee che nessun altro ha mai avuto, mi son dovuto scontrare con la realtà, aveva ragione lui.
Questo thriller, assieme al cartone animato che ho finito nel dicembre 2007, è un banco di prova sulla scia di una nuova consapevolezza tecnica.
Poi magari, come spesso capita, non si riesce a trovare l'acquirente, ma chi scrive non può far altro che scrivere, scrivere e ancora scrivere...

martedì 6 maggio 2008

Grazie ad Anna Foa

Pubblico integralmente un commento della storica Anna Foa sull'impropria analogia fatta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini tra l'episodio vergognoso avvenuto in questi giorni a Verona e quello altrettanto idiota avvenuto a Torino.
Non si può certo dire che Anna Foa sia insensibile alla questione ebraica, oltretutto ha scritto degli stupendi libri sulla storia degli ebrei in Europa.
Una volta tanto mi rinfranca apprendere che ci sono persone che non si rintanano dietro barriere ideologiche e sono in grado di vedere il re nudo.
Francamente dal mio punto di vista, il Presidente della Camera di TUTTI, ha dimostrato di non parlare con quell'equilibrio istituzionale che è richiesto dalla sua carica. VERGOGNA.


Com’è strano il commento, che tante polemiche sta suscitando, del presidente della Camera che, confrontando il rogo delle bandiere israeliane e il massacro del giovane di Verona ad opera dei naziskin, ha sostenuto che il primo episodio è più grave del secondo. Strano innanzitutto mettere a confronto i due fatti tanto diversi, ma strano ancor più sostenere che i simboli sono più importanti degli esseri umani in carne ed ossa. Eppure, è qualcosa che ha una lunga storia: nel passato spesso i simboli hanno prevalso sulla realtà umana, a volte addirittura cancellandola. Noi ebrei lo sappiamo, che siamo tanto spesso stati visti solo come simboli. Ed ogni volta che nella storia ha prevalso l’elemento simbolico, per noi sono stati disastri e sventure. No, diciamolo, gli esseri umani sono ben più importanti dei simboli. Non c’è confronto.
Anna Foa,storica

giovedì 1 maggio 2008

schemi schemi e ancora schemi

C'è un elemento di disturbo oggi che non si può più ignorare. Il suo nome è Beppe Grillo: un comico? un satiro? Un santone? Un visionario? Niente di tutto questo credo. Molto più semplice.
Beppe Grillo è una persona che ha una visione del mondo proiettata verso al futuro, che ha un'idea di mondo, naturalmente curioso e propositivo.
Sta facendo tremare il canale tradizionale della gestione del "gregge": l'informazione e la politica. Che piaccia o meno il suo merito è quello di svelare i trucchetti di questi prestigiatori che ci vogliono illudere di ogni cosa...ogni cosa...e noi italiani abbassiamo la testa e subiamo, subiamo.
Ciò che mette in realtà in crisi lo status quo è la rottura, o meglio il tentativo di rottura di quegli schemi che garantiscono ai poteri forti di continuare a mantenere e distribuire il potere nella maniera più becera.
I media che sostengono i politici che a loro volta concedono sostegno alla stampa e all'editoria. Le grandi banche che mettono i capitali per finanziare i politici che per ricambiare il favore mettono in ginocchio quei lavoratori che con fatica pagano la rata del mutuo.
Ho parlato recentemente con un ex sessantottino, ormai inborghesito, che mi ha detto che detesta Grillo per il suo modo urlato di fare la rivoluzione.
MA STIAMO SCHERZANDO? i sessantottini parlano di rivoluzione urlata? Loro che a volte urlavano senza sapere cosa dicevano ma solo per rivendicare il fatto di poter urlare?
La verità è che quando si spegne il fuoco della rivoluzione in certi ex-combattenti, rimangono schemi schemi e ancora schemi.
Destra e sinistra sono maschere di ideologie morte. Oggi ci dobbiamo confrontare con una realtà europea, gli affarini di casa nostra non interessano a nessuno dei nostri cugini europei, che al contrario di noi italiani stanno approfittando dell'opportunità di un continente forte per crescere.
Noi siamo ingabbiati da una politica da stadio, in cui si stappano le bottiglie quando un governo cade, si mangia la mortadella per sfottò.
Se queste persone ci rappresentano allora signori, guardiamo in faccia alla realtà, dove vogliamo andare?
Per rispondere a quel sessantottino dogmatico: le rivoluzioni saranno sempre urlate, è lo status quo che parla piano, quasi per non farsi sentire.
Un'altra cosa che allontata Grillo dalla politica è che non parla per accaparrare voti, sostiene opinioni impopolari, come quello del dilagare dei posti pubblici inutili, tutti gli sprechi e gli sperperi di uno stato colabrodo, il problema della sicurezza dei cittadini.
Io in questi anni sono stato aggredito sue volte, una per strada e un'altra in ascensore.
Una volta era un senegalese, un'altra era un italiano. NON CI INTERESSA di che nazionalità siano gli aggressori, ci interessa non essere aggrediti!
Comunque Grillo, come tutti quelli che hanno un pensiero che non si aggrega sono considerati pericolosi, e quindi si cerca di schematizzare il tutto con la parola ignobile "Antipolitica".
Cosa vuol dire antipolitica? Nessuno lo sa spiegare ma tutti usano questo termine.
Pensatori, resistete! Un giorno diventerete anche voi come quel sessantottino con la pancia piena (anche se Grillo devo dire che ha una bella panzetta), ma non oggi vi prego!

26 aprile da non dimenticare

Come è vero che non ci si può immergere per due volte nello stesso fiume, così la vita scorre inesorabile erodendo molte delle nostre convinzioni e certezze.
Il mio grande amico Sergio però rimane una roccia troppo dura da erodere. Il 26 di aprile ha sposato Andrea, la sua compagna brasiliana e ora sono andati a vivere in Scozia.
Mi piacerebbe scrivere di più di questo incredibile personaggio, ma non basterebbe un libro per lui...è una persona unica e molto spesso penso che possa essere d'esempio a molti di quelli che si lamentano per la loro vita o perché non riescono a trovare una dimensione.
Beh, lui semplicemente ha il dono di cambiare vita! Si trasferisce da una parte all'altra del mondo e ricomincia daccapo, ogni volta. Spagna, Italia, Scozia, Brasile, Portogallo, per lui sono la stessa cosa, un passaggio verso la prossima meta.
Quando penso che io ho riflettuto molto sul trasferimento da Roma...